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Umberto Giardina traccia un bilancio dello stage giovanile che si è svolto a Messina

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Stage giovanile a Messina 26 e 27 settembre 2020Si è concluso ieri nella palestra di Villa Dante, a Messina, lo stage giovanile di preparazione tecnica e fisica del Progetto Italia indetto dal Settore Tecnico Nazionale.

È stato diretto dal tecnico federale Umberto Giardina, coadiuvato da papà Michele (tecnico) e dallo sparring Marco Faso. Il Comitato Regionale ha collaborato, mettendo a disposizione gli altri due coach Wang Hong Liang e Mihaela Encea.

Sette gli atleti convocati: Danilo Dmitri Faso (ASD Sportenjoy), Daniele Antonio Spagnolo (ASD TT Ausonia Enna), Francesco Scavino (ASD Astra Valdina), Arianna Creaco (ASD TT Casper), Giulia Palmisano (ASD TT Himera G. Randazzo), Martina Tirrito (ASD TT Ausonia Enna) e Nicoletta Criscione (ASD Astra Valdina).

L'addetto stampa della FITeT Sicilia, Mario Lo Presti, ha intervistato Umberto Giardina, che, oltre ad essere il coordinatore dello stage, fungeva da responsabile del Protocollo COVID-19.

«Sono state seguite scrupolosamente le procedure relative al Protocollo di dettaglio per le attività della FITeT per il contenimento dell'emergenza da COVID-19 - precisa Giardina - e c’è stata la massima collaborazione da parte di tutti. Gli stessi atleti, anche i più giovani, ci sono venuti incontro, attenendosi nei minimi dettagli alle direttive in merito e questo è un segnale di grande maturità».

Qual è il significato di uno stage di questo tipo?

«È stato importante mettere assieme ad alcuni ragazzi come Spagnolo (già convocato in Nazionale), Faso (nella passata stagione ha effettuato uno stage a Terni), o Palmisano (che già ha fatto parte del Progetto negli anni scorsi), altri giovani atleti, in prospettiva molto interessanti, ma con minori trascorsi alle spalle. Noi cerchiamo di aiutarli a crescere, non solamente dal punto di vista tecnico, ma anche fisico e mentale. Il fatto stesso di condividere l'esperienza e avere un altro tipo di approccio è molto importante per la loro crescita».

Come si è svolto lo stage?

«I ragazzi hanno lavorato in modo eccellente, non solo per il livello evidenziato, ma anche per l’impegno profuso, e sono molto soddisfatto per quanto hanno espresso. Il numero dei convocati è stato limitato a sette, sia per il rispetto delle  normative del Protocollo sia per una questione tecnica. Abbiamo voluto dare un’impronta su come lavorare nello specifico, ricercando le correzioni tecniche, che sono di primaria importanza per i progressi di un giovane atleta. Il primo giorno di lavoro ci siamo concentrati soprattutto sulla mobilità, sugli spostamenti e sui gesti tecnici, mentre domenica la nostra attenzione è stata rivolta soprattutto al servizio e alla risposta. Un tipo di allenamento, questo, che ai fini delle gare diventa fondamentale e al quale purtroppo, spesso, si riesce a riservare poco spazio in società, dove si va più alla ricerca di schemi ed esercizi. Tutto passa dal servizio e da una buona ricezione, piuttosto che aspettare la terza, quarta o quinta pallina. Inoltre, mi sembra significativo specificarlo, al termine di queste due giornate, la stanchezza è sicuramente affiorata, ma i ragazzi hanno anche avuto il tempo per divertirsi e per socializzare».

Che prospettive esistono per questi giovani?

«Da responsabile tecnico della Federazione posso solo assicurare che ognuno di loro ha delle potenzialità. Alcuni evidenziano più talento, ma tutti hanno la voglia di sacrificarsi e migliorare. Sarà molto importante come si lavorerà nei prossimi anni, per dare un giudizio più preciso sulle qualità tecniche di ognuno: per ora è davvero prematuro».

Avete in previsione altri stage?

«Senza dubbio sono ragazzi che devono essere monitorati e ci saranno, anche se ancora non è stata stabilita alcuna data imminente, altri raduni, perché sull’utilità degli stessi non nutriamo alcun dubbio. Nel frattempo, assume grande valore il confronto con i tecnici societari, per lavorare seguendo delle comuni linee operative, in modo da continuare lo stesso tipo di attività. Già con parecchi allenatori abbiamo instaurato un’ottima collaborazione e questo diventa determinante per fare in modo che gli stage non siano un capitolo a parte, ma costituiscano una solida base per un'ulteriore crescita».


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