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ASD Atlantide, dalla città sommersa al pongismo emerso a Vibo Valentia

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Foto 1 Gruppo di fedelissimi dallASD AtlantideLe foto sono tutte di archivio, scattate prima del Covid-19

A Vibo Valentia il tennistavolo esisteva in forma amatoriale, nei circoli o nelle sale giochi, e a livello agonistico partecipava ai campionati regionali con la Franco Masseria. A dare una scossa al movimento è stato nel 1999 l’ASD Atlantide del presidente Gregorio Curello. Da allora sono trascorsi oltre 20 anni e infatti, proprio per la lunga militanza e i risultati ottenuti, la società è stata recentemente premiata dal CONI con la Stella di Bronzo al Merito Sportivo.

Ciao Gregorio, partiamo proprio da qui?

«Sono orgoglioso di questo riconoscimento, che premia anni e anni d’impegno e duro lavoro in palestra e a livello dirigenziale. Il merito è di tutti coloro che hanno dato il loro contributo, per aiutarci a crescere. Se devo fare un nome, non posso non pensare a Tonino Di Francesco, che sono certo da lassù sarà contentissimo di questo nostro traguardo raggiunto. Per noi non costituisce un punto d’arrivo, ma di ripartenza. Quando potremo riprendere completamente l’attività, ci spronerà a fare ancora meglio».

Foto 2 Matteo Forio e Martina Petralia vincono la medaglia dargento ai Campionati Italiani 5 CategoriaCome è iniziata la tua passione per il tennistavolo?

«Di professione sono insegnante negli Istituti Enogastronomici e a fine anni ’80 ho iniziato a lavorare a Genova, per poi spostarmi in Toscana, che è stata per caso la responsabile di questo mio amore per il tennistavolo. Quando insegnavo a Rosignano Solvay, proprio di fronte alla scuola sorgeva la palestra del Tennistavolo Rosignano, che aveva la prima squadra in serie B2 e parecchie compagini giovanili. Io avevo praticato solo a livello amatoriale, nei villaggi turistici, nei circoli o in parrocchia. Mi sono incuriosito e i dirigenti della società mi hanno spiegato che esistevano dei campionati ai quali loro partecipavano. Mi sono tesserato e ho anche disputato la D1 con una coppia di ragazzini. Era il 1996».

Insomma era scoccata la scintilla?

«Esattamente. L’anno successivo sono stato trasferito a Roma e ho giocato per l’ABC Tre Stelle Tiburtina, sempre in D1, arrivando anche ai playoff. Ancora un anno e sono riuscito a rientrare in Calabria. Qui a Vibo c’era la Franco Masseria, che ora non esiste più, e mi sono aggregato a loro. Eravamo soltanto in tre e non c’era traccia di giovani e neppure di qualche idea che guardasse al futuro. Siccome la mia concezione era diversa ho ritenuto di dover creare una nuova società. Ho fondato l’Atlantide nel 1999 e il 10 aprile è arrivata l’ufficializzazione della nostra affiliazione. Il nome derivava dal fatto che in quel periodo in televisione trasmettevano dei documentari sulla leggenda della città sommersa, che mi avevano affascinato. Ho pensato di chiamare il club in quel modo. Se con il tempo non mi fosse più piaciuto, lo avrei cambiato, invece è rimasto fino a oggi».

Foto 3 Consegna del premio Atlantide a Tonino di FrancescoDove facevate attività all’inizio?

«Avevamo a disposizione una stanza nel Palazzetto dello Sport di Vibo Valentia, che ora è la sede del calcio a 5, nella quale c’era spazio per un solo tavolo. Dovevamo fare i turni per giocare. Eravamo pochi, ma avevo già iniziato a reclutare alcuni ragazzini. Con l’aiuto del presidente provinciale del CONI, Rocco Cantafio, ho realizzato un progetto all’interno della scuola media in cui lui era preside, che mi ha permesso di far partire un settore giovanile. Poi sono riuscito a fare promozione anche nelle elementari, abbinandola al Ping Pong Kids. Ogni sabato mattina andavo a tenere delle lezioni di tennistavolo gratuite. Nel 2005 siamo stati ammessi alle finali nazionali a Boves e Sofia Lucibello ha raggiunto le semifinali, piazzandosi terza. Quello è stato il nostro primo risultato di valore e attorno a Sofia abbiamo deciso di creare una squadra femminile».

Quali campionati avete disputato?

«Per un paio di stagioni la serie C, poi siamo stati promossi in B. Con Sofia giocavano Roberta Dinatolo e Angela Carfì, poi si sono unite altre ragazzine che crescevano, come Chiara Feroleto e Antonella Longo. Con loro siamo andati avanti per otto anni consecutivi in B, fino al 2013. Per la Calabria è stato un record».

Foto 4 La prima squadra di B femminileEravate competitivi anche nel settore maschile?

«Abbiamo cominciato dalla C2 io, Aurelio Sisi, Andrea Longo e Andrea Lucibello, il papà di Sofia. Siamo stati promossi in C1 nel 2002/2003, poi però siamo scesi subito. In quel periodo siamo rimasti prevalentemente nei campionati regionali e puntavamo in modo particolare sulle ragazze. Nel 2009/2010 io, Andrea Gentile, Rocco Longo e Francesco Terranova siamo andati ai playoff di C2 e abbiamo ceduto in finale alla Polisportiva Galaxy. Lo stesso è accaduto nei due anni successivi, con le sconfitte contro il Piscopìo e il TT Luzzi. Nel 2013/2014 finalmente i playoff ci hanno sorriso, nella sfida che ci opponeva al New TT Kroton. Con me c’erano Andrea Longo, il compianto Marcello Mondello, Francesco Ruffa e Paolo Pietro Suraci. Aveva fatto il suo esordio anche il giovanissimo classe 2001 Matteo Florio, prodotto del nostro vivaio».

Avete dunque giocato la C1?

«Sì e con Ruffa e Suraci siamo subito retrocessi, per poi essere ripescati. Nel 2015/2016 ci siamo salvati e con noi c’era anche Steven Fiore, arrivato da Piscopìo. Mondello è tornato nel 2016/2017 e ci siamo classificati secondi, a pari merito con il Tennistavolo Castrovillari. È seguita un’altra piazza d’onore, alle spalle della Polisportiva Galaxy e il ripescaggio in B2. Nel 2018 Marcello avrebbe rinnovato con noi, ma purtroppo a inizio agosto è mancato per le conseguenze di un incidente automobilistico, che aveva avuto a metà luglio. Hanno fatto la B2 Florio, Aldo Marchese e Jurgen Aldo Junior Marchese e siamo scesi in C1. Lo scorso anno, quando il campionato è stato sospeso per la pandemia io, Corrado Mastroianni, arrivato da Piscopìo, e Lorenzo Raso e Ilario Sorgiovanni, che venivano dal New TT Kroton, eravamo primi e siamo stati riammessi in B2. Florio era andato in prestito per un anno a Castrovillari, per continuare a fare la categoria superiore».

Foto 5 LAtlantide partecipa per la prima volta alla C1 maschileQuest’anno state dunque disputando la B2?

«Giochiamo io, Mastroianni, Raso, Sorgiovanni e Franco Cusato, anche lui proveniente dal New TT Kroton, e nella prima giornata abbiamo perso di misura contro la Polisportiva Galaxy. Nella partita successiva abbiamo fatto una rimonta pazzesca, risalendo da 1-4 a 5-4 contro il Martina Franca. Matteo Florio al momento è fermo per l’Università. Si è iscritto a Lettere Moderne a Milano e vuole studiare per diventare un giornalista sportivo. A livello regionale avremmo due compagini in D1 e vedremo quale saranno gli sviluppi».

In ambito individuale che risultati avete ottenuto?

«Florio ai Campionati Italiani ha conquistato la medaglia d’argento nel 2016 nel doppio misto di quinta categoria, con Martina Petralia del Tennistavolo Casper, e nel 2019 nel misto di quarta, con Rossana Ferciug del Quattro Mori Cagliari. Il secondo posto del 2016 fu una grandissima sorpresa. Ci sono poi stati parecchi successi nei tornei nazionali da parte sempre di Matteo, che ad Arezzo nel 2016 si è aggiudicato sia il singolare sia il doppio. Con Steven Fiore sono stati parecchi i podi in doppio, specialità nella quale hanno vinto anche Francesco Ruffa e Paolo Pietro Suraci. Hanno conquistato successi anche Corrado Mastroianni, Sofia Lucibello a livello giovanile, e io in un torneo a Reggio Calabria. In ambito regionale i podi non si contano e i titoli sono stati centinaia».

Avete un gruppo di giovani?

«Sì, i più promettenti sono Umberto Moscato, classe 2003, che è il n. 7 degli Juniores in Calabria. Il suo fratellino Dominick, nato nel 2009, è il n. 1 dei Ragazzi e nello stesso settore abbiamo il 2008 Gabriel Pantano».

Foto 6 Matteo Florio è il primo atleta Atlantide a vincere singolare e doppio nella stessa manifestazione a livello nazionaleA livello impiantistico siete partiti dalla saletta nel Palazzetto e come avete proseguito?

«Nel 2001 siamo passati alla palestra della scuola media “Buccarelli”, nella quale potevamo montare non più di due tavoli. In quel periodo avevo 20 ragazzi e ragazze ed era problematico allenarsi. Abbiamo cercato un’altra soluzione e l’abbiamo trovata nella scuola “Murmura”, nella quale avevamo spazio per tre tavoli. Nel 2005 siamo andati all’Istituto Professionale “G. Prestia”, dove potevamo utilizzare cinque tavoli. Finalmente potevamo fare attività in maniera adeguata. Quando la palestra è stata ristrutturata ci siamo spostati all’Istituto “De Filippis”, dove siamo da sei stagioni. Con sei tavoli a disposizione, abbiamo anche ospitato dei tornei e i Campionati Studenteschi».

A lungo avete organizzato dei tornei nazionali?

«Dal 2010 al 2016 e si sono svolti nel Palasport di Ricadi, vicino a Tropea. Sono state manifestazioni di successo e ci hanno fruttato i complimenti di tutti i partecipanti, che, al momento dell’iscrizione, grazie alla collaborazione della Pro Loco, ricevevano uno zaino pieno di prodotti della zona. Il nostro evento storico è invece la “Coppa Atlantide”, che si è sempre svolta da quando siamo nati. Siamo riusciti a disputarla anche nel 2020. Curiosamente la prima edizione nel 1999 è stata vinta da Mastroianni, che allora era un atleta della Polisportiva Galaxy e l’anno scorso si è ripetuto con i nostri colori. Era stato Tonino Di Francesco a chiederci di organizzare il torneo nel Palasport di Vibo, proponendo di chiamarlo appunto “Coppa Atlantide”».

Foto 7 Squadra vincitrice del campionato di C1 2019 2020A proposito di Di Francesco, cosa ha rappresentato per te?

«Tonino è stato presidente e dirigente del Comitato Regionale FITeT Calabria per molto tempo. Abruzzese di origine e sposato con una reggina, aveva una forte passione per il tennistavolo ed è diventato il riferimento ideale di tutte le società. Soprattutto per chi iniziava a muovere i primi passi da dirigente societario, Tonino era termine di confronto e guida sicura sempre disponibile. Amava anche il tennistavolo giocato e, finché la salute glielo ha consentito, è sempre stato pronto a dare battaglia con la racchetta in mano. Fu lui a chiamarmi come responsabile tecnico del Comitato Regionale e furono quattro anni molto intensi, nei quali raggiungemmo grandi risultati. Fu sempre Tonino a volermi come componente della squadra di C1 “Amatori Reggini”, di cui era dirigente. Accettai volentieri e furono tre anni in riva allo Stretto, dal 2004 al 2006, in cui il suo apporto non mi mancò mai, il tutto condito dal raggiungimento di un terzo posto e di una promozione in B2, con compagni come Maurizio Maio, Francesco Falsone e Salvatore Amato. Tonino era sempre presente a tutti gli eventi, dai più importanti a quelli amatoriali. Mi manca molto, negli ultimi anni, prima di lasciarci, mi ha regalato un sacco di cimeli e riviste dei suoi primi anni di tennistavolo e li conservo con grande affetto».

In condizioni normali quando e quanto vi allenate?

«Tre giorni alla settimana, il martedì, giovedì e venerdì, dalle ore 17 alle 19. Siamo una ventina di tesserati e le dimensioni della palestra permettono di fare attività a tutti coloro che lo desiderino. A seguirli siamo io, che sono allenatore, e Corrado Mastroianni, che sta frequentando il corso per tecnico di secondo livello».

Foto 8 Ruffa e Suraci vincono il doppio al torneo nazionale di RicadiPerché avete aderito al progetto Scuole di Tennistavolo?

«Quando è stata lanciata l’iniziativa dalla Federazione, era proprio il periodo in cui avevamo deciso di ripotenziare il settore giovanile, che avevamo un po’ trascurato, per dedicarci ai campionati a squadre nazionali o a far crescere alcuni ragazzi come Florio. Era l’occasione giusta per iscriversi e ripartire. Ho frequentato il corso dei formatori e mi è stato molto utile per rafforzare delle idee nelle quali credo da anni. L’ingresso di Mastroianni in società mi ha consentito di essere gravato in alcuni frangenti dalle mansioni tecniche, per concentrarmi sui compiti dirigenziali. C’è poi mio fratello Giuseppe, che è il vicepresidente. Asseconda la mia passione e, quando è necessario, non si tira mai indietro. Per quanto riguarda gli obiettivi futuri, abbiamo intenzione di ampliare il vivaio, attraverso l’impegno che metterò in atto nelle scuole. Grazie al mio lavoro, conosco parecchi insegnanti e dirigenti scolastici e ho già avuto da parte loro dimostrazioni d’interesse ad avviare delle forme di collaborazione. Non appena il COVID-19 ci permetterà di riattivarci a 360 gradi, saremo pronti a darci da fare per incrementare il movimento».

Foto 1: gruppo di fedelissimi dell’ASD Atlantide

Foto 2: Matteo Florio, campione italiano nel 2016 del doppio misto di quinta categoria con Martina Petralia

Foto 3: il presidente Gregorio Curello consegna il Premio Atlantide a Tonino Di Francesco

Foto 4: la prima squadra di serie B, da sinistra Roberta Dinatolo, Angela Carfì e Sofia Lucibello,

Foto 5: l’Atlantide partecipa nel 2003/2003 per la prima volta alla serie C1, da sinistra Gregorio Curello, Andrea Longo, Salvatore Silvestro e Aurelio Sisi

Foto 6: Matteo Florio, primo atleta Atlantide ad aggiudicarsi il singolare e il doppio in un torneo nazionale, ad Arezzo nel 2016

Foto 7: la compagine 2019/2020 promossa in B2, da sinistra Ilario Sorgiovanni, Lorenzo Raso, Gregorio Curello e Corrado Mastroianni

Foto 8: Francesco Ruffa e Paolo Pietro Suraci, vincitori del doppio al torneo di Ricadi nel 2014


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