Le foto sono tutte di archivio, scattate prima del Covid-19
Se Cava de’ Tirreni ha una bella tradizione pongistica, il merito è tutto dello CSI Tennistavolo Cava, che da cinquant’anni la coltiva con passione. Tutto iniziò nel 1970 e allora Pietro Guarino, attuale direttore tecnico e fresco presidente della FITeT Campania, era un bambino. Di lì a poco avrebbe scoperto il nostro sport e non se ne sarebbe più staccato.
Ciao Pietro, cosa ricordi dei tuoi inizi?
«Ho cominciato a praticare il ping pong in parrocchia nella GI.FRA , quando avevo 12 anni. Nel 1974 il Centro Sportivo Italiano organizzò i Campionati Nazionali nella mitica palestra “Parisi” a Cava, ora in piazza Passaro, e, andando a seguirli, ne rimasi affascinato. Successivamente feci la finale in un torneo cittadino contro il mio amico e dirigente della società, Giuseppe Masullo, che mi propose di andare a giocare con loro. Sono entrato nel 1975 e subito il presidente storico Gerardo Canora mi prese in simpatia. Nel 1978 l’altro dirigente responsabile dell’associazione, Roberto Pisapia, vinse il concorso dell’Agenzia delle Entrate e andò a Trieste. Avevo soltanto 16 anni e Canora mi chiese di seguire la società».
La fondazione era avvenuta otto anni prima?
«Fu fondamentale l’impulso di Canora, che era anche il presidente del CSI di Cava. Nel 1981 lasciò la guida del club a Giuseppe Barone e l’anno successivo lo sostituì Raffaele Della Monica, che è tuttora il nostro massimo dirigente. Faceva già parte del primo Consiglio Direttivo e con lui e Canora c’erano anche Eliseo Pisapia, attuale vicepresidente, Giuseppe Pisapia, Bruno Franco Vitolo, Giovanni Muoio, Franco Lupi, Mario Bisogno e Alfonso Civetta. Risorse importanti erano anche Mario Ambrosino e Nicola Trezza, che è ancora con noi ed è il dirigente che solitamente accompagna le squadre in trasferta. Per crescere ci ha aiutato molto il tecnico della Nazionale giovanile Ennio Minoliti, che era di Salerno, e poi ci siamo giovati della vicinanza dell’Alfaterna di Nocera Inferiore, che ha vinto cinque scudetti e ha disputato due finali di Coppa dei Campioni nel 1997 e nel 1998, perse entrambe contro il Borussia Düsseldorf. Il presidente Andrea Palumbo si appoggiava a noi per gli allenamenti e abbiamo avuto l’onore di ospitare nella nostra palestra personaggi del calibro del campione olimpico e mondiale Kong Linghui».
Come si è sviluppata la vostra attività?
«Gli anni ’80 sono stati di grande fermento, grazie anche alla collaborazione di Gianni Avagliano e Mario Foresta, e abbiamo avuto tre ragazzine, Sonia Tei, Biancamaria Nanni Grieco e Angela Mosca, che hanno partecipato alle finali dei Giochi della Gioventù. Avevamo costituito una squadra che chiamavo i “Vi.Pe.Ri.”, composta da Francesco Virtuoso, Daniele Petrone e Vincenzo Rispoli. Nel 1986 Rispoli, Daniele Petrone, Andrea Di Nunno e Gianluca D’Antonio, che arrivavano tutti dalla Gioventù Francescana, dove sono nato anch’io, si sono aggiudicati il titolo regionale a squadre juniores. Rispoli e D’Antonio andarono anche a giocare in B1, in prestito all’Alfaterna e D’Antonio esordì in A1, facendo due partite. L’altro nostro talento Marco Sabatino è stato campione regionale Allievi ed è stato convocato in Nazionale giovanile. In quel periodo ho fatto parte del gruppo tecnico della Campania e, assieme al presidente Della Monica e a Giuseppe Masullo, abbiamo cercato di organizzare vari eventi. Fra gli altri, abbiamo ospitato a Cava corsi per tecnici e arbitri. Negli anni ’90 l’attività è stata portata avanti grazie al grande impegno di Francesca Foresta, che mi aiutò a coordinare tutto il lavoro e si prese in carico il settore giovanile come tecnico della società».
In quali campionati giocavate?
«Siamo partiti io, Giuseppe Masullo, Tiziano Accarino e Massimo Apicella e abbiamo vinto la serie D nel 1986. Abbiamo poi passato il testimone ai ragazzi del nostro vivaio Gianluca D’Antonio, Vincenzo Rispoli, Francesco Chiancone e Marco Palummo, affiancati da giocatori esperti, i quali si aggiudicarono due campionati consecutivi. Fra i molti giocatori che hanno fatto la storia del TT Cava ci sono Ciro Accarino, Francesco Siani e, non ultimo, fra gli anni ’90 e 2000, Fernando Manzo che fu anche consigliere regionale della FITeT. Un altro momento importante del nostro percorso è stato quando abbiamo festeggiato i primi 30 anni nel 2000. In quell’occasione sono andato alla ricerca di coloro che c’erano all’inizio e tutti insieme abbiamo posto le basi dell’ascesa che ci ha portato fino a oggi. Sono tornati in società i fratelli Eliseo e Roberto Pisapia, e con loro oggi ho creato lo zoccolo duro della società, Angelo Della Brenda, Giovanni Cretella e Pasquale Scarlino, che subentrò a Canora come presidente del CSI ed è stato anche consigliere nazionale. Abbiamo anche cercato di rilanciare il settore giovanile, con il supporto dell’allenatrice russa Anna Shmigelskaya».
In quegli anni hai ricoperto ruoli importanti anche al di fuori dell’associazione?
«Per tre mandati dal 2000 al 2012 ho fatto parte della Giunta Provinciale del CONI e dal 2008 al 2012 sono stato consigliere nazionale FITeT. Subito dopo il quarantennio del CSI TT Cava, abbiamo messo in atto tutte le azioni per un definitivo rafforzamento della struttura. Eravamo stati a lungo in C2 con Roberto Ambrosino, Francesco Chiancone, Roberto Vatore, Corrado Scattaretico e Gianluca Lambiase e avevamo appena conquistato la promozione in C1 con Rispoli, Marco Prisco, Pietro Della Brenda, un prodotto del settore giovanile, D’Antonio e Chiancone».
Eravate dunque nel vostro primo campionato nazionale?
«Nel 2014 abbiamo tesserato il cinese Chen Si ed è stato un momento storico per noi. Chen, Vittorio Pappaianni, Della Brenda e Rispoli ci hanno portato in B2, dove nel 2015/2016 il seconda categoria Alessandro Gammone, Pappaianni, Della Brenda e Raffaele Guastafierro si sono classificati terzi. L’anno dopo lo stesso quartetto, con l’inserimento di Michele Izzo, ha ottenuto il primo posto e l’accesso inatteso alla B1, nella quale abbiamo avuto il piacere di avere con noi Giovanni Giorgione, atleta di grandissima professionalità. Con lui, Gammone e Izzo nel 2017/2018 siamo arrivati terzi, stesso piazzamento del 2018/2019, con il contributo anche di Della Brenda, e del 2019/2020, al momento della sospensione per l’emergenza sanitaria. Purtroppo il 2020, oltre al Covid-19, ci ha portato anche la perdita improvvisa, per un malore, a dicembre di Pino Senatore, la colonna della palestra. Era una persona di grande umiltà, che accompagnava anche i ragazzini».
Quest’anno in B1 avete preso uno straniero?
«Abbiamo ingaggiato il romeno Alexandru Petrescu, che è affiancato da Gammone e da Palummo , Della Brenda ha dovuto rinunciare per problemi fisici e allora abbiamo inserito in rosa Rispoli. Al momento siamo primi, con tre vittorie in altrettante gare. Nei campionati regionali, se e quando scatteranno, avremo una compagine in C2, una in D1 e una in D3».
Sul fronte femminile, quali campionati avete disputato?
«Negli anni 2000 è venuta a Cava la francese Corinne Neufang, che mi ha contattato per giocare. È stata lei a dare il via e poi, grazie all’impegno di Masullo, abbiamo allestito una compagine, che dal 2007 al 2010 ci ha rappresentato in B ed era composta dalla già citata Sonia Tei e da Stefania Peluso, Biancamaria Nanni Grieco, Ida ed Elena Bisogno e Zaida Maria Montano».
Individualmente quali sono stati i risultati da ricordare?
«Nel 2014 Pietro Della Brenda è stato campione italiano di doppio di quinta categoria con Federico D’Alessandris. Giovanni Giorgone si è piazzato terzo nel torneo nazionale Over 50 di San Nicola La Strada del 2018 e secondo nel terza categoria di Terni del 2019, anno in cui è anche stato campione regionale di terza. Alessandro Gammone è uscito per due volte negli ottavi dei tricolori di seconda categoria del 2016 a Lucera e del 2017 a Terni. Nel CSI i podi nazionali sono stati molti. Nel 2017 abbiamo collaborato con il Centro Sportivo Italiano di Cava, presieduto da Giovanni Scarlino, che ci sostiene da sempre come tutti i presidente del CSI, la 17ª edizione dei Campionati Italiani al Palasport “G. Coscioni” di Nocera Inferiore e ci siamo aggiudicati la classifica per società, davanti dal Tennistavolo Senigallia e al Gruppo Sportivo Villa Guardia. Tra gli altri, Gammone ha conquistato l’oro nella gara di Eccellenza A e si è ripetuto in doppio con suo fratello Davide».
Le sede della vostra attività com’è cambiata nel corso degli anni?
«Abbiamo iniziato nella sala cinematografica dell’ex carcere mandamentale di Cava. Negli anni ’80 è rimasta la nostra base d’appoggio, però ci siamo trasferiti nella palestra comunale “Parisi”. Da fine anni ’90 siamo nella palestra di San Nicola a Pregiato, che siamo riusciti a far intitolare dal Comune di Cava a Mauro e Gino Avella. Mauro era un nostro pongista, mancato giovanissimo di leucemia. Suo papà Gino, che è stato il preparatore atletico della Cavese, quando era in serie B, è mancato nel 2002 e da allora ricordiamo entrambi in occasione di un torneo che organizziamo da metà anni ’80. Prima era intitolato a Mauro e ora è il Trofeo “Mauro e Gino Avella”. La dirigente scolastica Raffaelina Trapanese è molto collaborativa e ci ha permesso di portare avanti i progetti federali “Racchette di Classe” e “Racchette in Classe”, che abbiamo realizzato anche nell’Istituto Comprensivo “Carducci Trezza”».
Avete reclutato dei ragazzi interessanti?
«Uno di loro è stato Dario Russo, classe 2004. Siamo stati noi a mettergli la racchetta in mano, poi nel 2017, quando non abbiamo avuto a disposizione l’impianto per un certo periodo, gli abbiamo consigliato di andare al Tennistavolo Torre del Greco, dove è tuttora. Ha fatto parte della squadra che ha vinto la Coppa Italia dei Comitati Regionali nel 2019 e quest’anno in B1 ce lo siamo trovato di fronte nella prima giornata».
Quanti giorni vi allenata alla settimana?
«Martedì e giovedì dalle ore 19 alle 22,30 e mercoledì dalle 18 alle 20. Abbiamo poi la disponibilità della palestra il sabato pomeriggio dalle 15 alle 18. Il tecnico è Corrado Scattaretico e io fungo da supporto. Con noi lavorano anche Roberto Ambrosino, pure lui tecnico di base, e Pietro Della Brenda, che si occupa dei ragazzini. I tesserati FITeT sono una trentina, di cui una dozzina di giovani, quelli del CSI una cinquantina».
Essendo una società storica e vincente, avete ottenuto parecchie benemerenze.
«È vero, quelle alle quali siamo più legati sono la Stella di Bronzo al Merito Sportivo del CONI nel 2003, la Stella d’Argento nel 2013 e il Discobolo d’Oro del CSI nazionale nel 2000».
Cosa significa il riconoscimento da parte della FITeT della vostra Scuola di Tennistavolo?
«Una qualificazione della nostra attività, che permette alle persone che vengono in palestra, alla ricerca di un servizio di qualità, di capire che da noi troveranno esperienza e professionalità. Questo progetto è importante sia per la Federazione sia per le società coinvolte, che hanno un biglietto da visita autorevole da esibire nei confronti dei potenziali utenti e dei soggetti esterni, come le istituzioni o possibili sponsor. Quello che penso è che sarà fondamentale non lavorare da soli, ma anzi confrontarsi costantemente, dal punto di vista tecnico, con le altre Scuole esistenti sul territorio. Ho sempre pensato che fosse molto utile che i formatori federali, che hanno tenuto le lezioni on line alle associazioni, le incontrassero, magari anche raggruppate per Regioni, per avere un contatto diretto, e sono felice che la cosa stia avvenendo. Una verifica dal vivo di come si svolga l’attività all’interno delle varie realtà non può che giovare, per aiutarle a creare un’uniformità di comportamento nella gestione dei vari corsi, da quelli di avviamento a quelli rivolti agli agonisti di livello medio o alto».
Foto 1: i 30 anni del CSI TT Cava, ex atleti/e anni ’70 e anni ’80, da sinistra Ugo Flauto, Marcello Pippa, il presidente Raffaele Della Monica, Daniele Angrisani, Vincenzo Rispoli, Roberto Pisapia, il direttore tecnico Pietro Guarino, il vicepresidente Eliseo Pisapia, Sonia Tei Sonia e Biancamaria Nanni Grieco
Foto 2: gruppo degli anni ’80, da sinistra Andrea Di Nunno, il tecnico Gianni Avagliano, Vincenzo Rispoli, Marco Sabatino Marco, Daniele Armenante, Massimiliano Casale e Daniele Petrone
Foto 3: la palestra “Parisi”, sede dei Campionati Nazionali CSI nel 1974
Foto 4: la squadra di B1 del 2018/2019, da sinistra Alessandro Gammone, Giovanni Giorgione, lo sponsor Carlo Ruggiero e Pietro Della Brenda
Foto 5: il presidente Della Monica, il fondatore Gerardo Canora e i dirigenti storici Pasquale Scarlino e Mario Foresta
Foto 6: la compagine promossa in C1 nel 1985, da sinistra Vincenzo Rispoli, Giuseppe Masullo, Pietro Guarino e Gianluca D’Antonio
Foto 7: Sonia Tei, campionessa regionale e finalista dei Giochi della Gioventù nel 1983
Foto 8: il team promosso in B1 nel 2016/2017, da sinistra Vittorio Pappaianni, Michele Izzo, Pietro Della Brenda, Raffaele Guastafierro e Alessandro Gammone